Quota96 Scuola non piace Ape volontaria tutela intervento normativo

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I Quota96 Scuola non hanno più pazienza di aspettare, e non intendono avvalersi dell’Ape volontaria perché non piace proprio, con tutte le ragioni possibili,  sono anni che aspettano una soluzione al problema di entrare in pensione, chi ha raggiunto la cd Quota96 entro il 2012, in deroga alla legge Fornero 2011; considerando il rimpasto ai vertici del Governo, indirizzano una lettera alla neo ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, nella speranza di un incontro per richiedere la tutela, con un intervento normativo, per chi ancora è rimasto sul posto di lavoro, la richiesta parte da il Gruppo rappresentato da Francesco Martino che dal 2012 continua a lottare per i lavoratori del comparto scuola che hanno raggiunto la Quota86 entro il 2012.

Lettera alla neo ministra all’istruzione, Valeria Fedeli:

Noi, ormai con più di 40 anni di lavoro sulle spalle, siamo la generazione che ha lottato ed è stata l’artefice delle battaglie sociali e civili per l’accesso di tutti che hanno trasformato la società e la scuola italiana, è giunto il momento di andare in pensione”. Non vogliamo dilungarci troppo, ma crediamo che della nostra vicenda la Ministra sia informata, in quanto in questa legislatura il Parlamento ha affrontato la questione ed in particolare il 4 agosto 2014, il Senato di cui Ella era allora Vicepresidente, ha bocciato in modo incredibile l’emendamento approvato alla Camera, che avrebbe permesso a circa 4 mila docenti di vedere realizzarsi l’uscita anticipata” scrivono i docenti al Ministro.

“Sono passati più di due anni e malgrado tentativi di vari parlamentari di trovare una soluzione, il Governo dimissionario ha fatto orecchie da mercante,  nonostante i lavoratori “quotisti” della scuola si siano nel frattempo ridotti a un migliaio”. Vogliamo far presente che con il prossimo anno scolastico la platea si ridurrà ulteriormente, una parte uscirà dal lavoro andando in pensione “anticipata”, raggiungendo i contributi necessari previsti dalla norma Fornero (41 anni e 10 mesi le donne, 1 anno in più gli uomini), e quelli nati nel 1951 in pensione per raggiunti limiti di età (66 anni e 7 mesi) entro dicembre 2016. Rimarrebbero al lavoro ormai gli ultimi sfortunati, coloro che avevano 35 o 36 anni nel 2012, in quanto con il 2018 la maggior parte dei Quota 104 & + andrebbe in pensione per vecchiaia oppure per raggiunti requisiti contributivi, gli stessi del 2017″.  

Abbiamo assistito in questi anni da parte degli uffici governativi o dell’Inps, a scuse o affermazioni che rasentano la presa in giro, ci scusi, ma non è possibile affermare ancora dopo 4 anni che non ci sono dati certi per conoscere il numero degli  ultimi rimasti in servizio. INPS e MIUR sfornano da anni statistiche sui pensionati futuri, su coloro che potrebbero accedere all’APE, e non sono capaci di trovare le circa mille schede dei lavoratori della scuola che nati nel 1951 e 1952, avevano 35  o 36 anni di contributi nel 2012?”. I docenti si appellano alla Fedeli anche per la sua lunga esperienza sindacale e parlamentare confidando che possa agevolare la soluzione di una questione in modo diverso dall’APE volontario che consentirà ai docenti la possibilità di lasciare il servizio dal prossimo anno a condizione di accettare una penalità sulla pensione per i successivi 20 anni. Un’ipotesi che non piace assolutamente ai lavoratori in questione ma che è l’unica novità partorita dal Parlamento in cinque anni di discussione’

Fonte: PensioniOggi

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